La paura: alleata o ostacolo al cambiamento?

La paura può essere un’alleata ma anche ostacolare il cambiamento

La paura è un ostacolo?

La paura è uno degli ostacoli principali quando si arriva a decidere in merito ad un cambiamento, soprattutto nella nostra vita. Che cos’è la paura? E come si vince nel momento in cui decidiamo di effettuare un cambiamento?

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Impariamo a sconfiggere la paura superando i nostri limiti facendo un passo alla volta

L’argomento è molto vasto, poiché vi sono molti tipi di paura e, chiaramente, ognuno di questi ha la sua specifica contestualizzazione e soluzione. Di norma io cerco di restringere sempre l’ambito di identificazione per il tipo di paura che deve essere affrontata, specialmente per quanto riguarda i percorsi individuali di conseling e supporto, indirizzati alla persona che si rivolge a me per la soluzione di un problema.

Per “supporto” non intendo ovviamente la funzione di “stampella” ma, al contrario, cerco di essere di stimolo, di essere un facilitatore, per aiutare a dare un “nome” alla paura che blocca, che attanaglia e immobilizza la persona. La paura è ciò che ci impedisce di vedere chiaramente ciò di cui abbiamo bisogno.

La paura è un auto-sabotaggio?

Tolti i casi in cui rappresenta una vera risorsa alla quale dobbiamo dare ascolto per cautelarci, in genere la paura è un sentimento che limita la nostra creatività, dimezza l’autostima e ci porta quasi sempre all’auto-sabotaggio. Nel mio libro “Vinci la paura”, sdrammatizzo questo concetto con un’intervista immaginaria di poche righe fatta al maestro del thriller Alfred Hitchcock , per introdurre le basi psicofisiologiche della paura.

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Vincere la paura esercitandoci a superare i blocchi che ci limitano

Cerco di spiegare, in sintesi, le differenze tra ansia e paura, fornendo alcuni metodi per interpretare i messaggi del corpo e della psiche, in modo da poter essere proattivi nei confronti della paura, piuttosto che essere “reattivi”(con chiusura e aggressività auto-indotta), oppure per evitare di mettere in pratica l’evitamento, ovvero la fuga di fronte al problema.

Chiaramente per ciascuno di noi l’approccio sarà diverso, come saranno diverse le situazioni. Nel libro invito i lettori a tenere traccia del proprio materiale onirico, ovvero di ciò che sognano, scrivendo e riflettendo sui sogni che fanno, proprio perché in essi è contenuta la risposta a molte delle loro domande, a molte delle loro paure.

È con questo tipo di percorso che suggerisco ai lettori come riflettere da soli su ciò che accade nella loro vita e come imparare a creare la propria realtà, restando centrati su se stessi. Come spesso dico, niente può arrivarci fuorché quello che è necessario alla nostra crescita.

Vincere la paura

Le difficoltà e gli ostacoli continueranno a presentarsi fino a che non avremo assimilato e utilizzato al meglio ciò che vogliono insegnarci. Per “vincere la paura”, il suggerimento pratico che mi sento di consigliare è sempre quello di farsi le giuste domande, di stabilire quotidianamente quanto tempo dedicare alla riflessione sul problema che ci sta a cuore e che vogliamo superare. Ma soprattutto, dobbiamo imparare a “sfidare” quello che ci fa paura, provando a farlo senza censura, senza critica, accettando il modo con cui lo facciamo.

Si tratta di un vero e proprio allenamento che, passo dopo passo, ci porterà alla soluzione del nodo della paura. Ci vuole costanza e fiducia. Ciascuno di noi può farlo! Anche la meditazione può aiutare a raggiungere l’equilibrio necessario a superare i momenti critici. Per gestire il sentimento della paura, del cambiamento, come di qualunque altra cosa, è necessario fare ogni giorno un piccolo passo verso l’oggetto della nostra paura.

sconfiggere la paura

Possiamo superare ogni sfida e ogni paura con coraggio e determinazione

È così che si illumina questo temuto mostro, con una lampada che ci farà vedere in realtà, che si tratta di un minuscolo topolino e non un reale mostro. La paura infatti, ingigantisce i problemi. Coltivare la fiducia in se stessi, le proprie abilità, rafforzare i propri talenti, così si vince la paura.

Riuscire ad avere la capacità di contrastare e sconfiggere la nostra paura è strettamente collegato al grado di autostima che abbiamo. Il sentimento della paura non è completamente negativo, come accennavo all’inizio di questo articolo. Ci sono momenti in cui avere paura può salvarci la vita. Non dobbiamo dimenticare che spesso, esitare in una circostanza che risulta poco chiara, di fronte ad una decisione da prendere, o ancora nel rapportarci con chi non conosciamo bene, o con chi si pone verso di noi in modo aggressivo, può addirittura risultare salvifico. Non sto qui a richiamare alla vostra memoria i feroci fatti di cronaca degli omicidi al femminile che purtroppo sono sempre più presenti nei notiziari.

vincere la paura accettando se stessi

Possiamo vincere la paura imparando ad amare noi stessi e i nostri difetti

Ma, oltre a queste particolari situazioni, la paura non deve essere attivata senza motivo poiché, farlo, equivale a vivere la vita con il freno a mano tirato.

In questo, la nostra autostima può giungerci in aiuto. Imparare a rinsaldare la fiducia in noi stessi, nella nostra capacità di fare le cose, nell’essere coscienti delle potenzialità che abbiamo, nei talenti che possediamo e che aspettano solo di essere scoperti, aiuta a tenere sotto controllo la paura di tutto ciò che la vita ci pone di fronte ogni giorno.

L’essere umano cambia continuamente. Lo stesso nostro corpo fisico ha un ricambio cellulare giornaliero; noi stessi non siamo già più quelli che eravamo ieri. Le situazioni, le esperienze, i problemi, le scelte ci cambiano ogni giorno. Quello che dobbiamo riuscire a creare è una fiducia stabile in noi stessi che ha le sue radici nella “stima” che proviamo per la nostra persona.

Superare la paura coltivando l’autostima

Per coltivare la nostra autostima, dobbiamo seguire dei passi molto semplici, come spiego nel mio libro “Autostima- La chiave per la realizzazione personale”. La prima cosa che dobbiamo sempre tenere a mente che, la nostra unicità è la nostra personale impronta, quella che ci differenzia da tutti gli altri ed è un bene prezioso da coltivare senza cedere ai condizionamenti esterni, alle convenzioni sociali o a quanti cerchino di “omologarci” alla massa.

La scarsa autostima, poi, ha a che fare con il senso di inadeguatezza che produce, se lasciato a se stesso e senza controllo, oltre alla paura (non riuscirò mai a superare quel problema – fallirò sicuramente), anche il sentimento della gelosia, dell’invidia, del senso di scarsità e di rivalità.

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Coltivare l’autostima ci permette di sconfiggere la paura

Anche l’invidia e la gelosia (vedi il libro “Gelosia- Strategie e metodi per sconfiggerla”), hanno la loro base nella paura che deriva dalla scarsa autostima, come spiego appunto nel libro. Ecco che, la paura compare dietro ad ogni sentimento di inadeguatezza. È presente dietro il timore di non riuscire a superare una prova, dietro la sensazione di non valere abbastanza, dietro la convinzione di non essere attraenti, interessanti, dietro al convinzione di essere persone mediocri.

Riuscire quindi ad individuare l’origine della propria paura è indispensabile per mettere in atto una strategia per superarla, per riprendersi la pienezza della propria vita, liberandosi da condizionamenti, da timori propri o auto-indotti da chi ci sta attorno o dalla società.

Ciascuno di noi può farlo a patto che abbia il coraggio di rompere quel muro che lo separa dai propri sogni. È solo questione di volontà!

Buona Vita!

Vitiana Paola Montana

Counseling & Mentoring

 

LETTURE CONSIGLIATE

(CLICCATE SULLE COPERTINE PER LEGGERE LE SINOSSI)

autotima-la chiave della realizzazione personale

esercizi per vivere megliomeditazione-pratiche-di-consapevolezza

 

vincere-la-pauracome-sconfiggere-la-gelosia

 

 

 

 

 

 

 

 

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4 risposte

  1. M.E. ha detto:

    Non ho mai provato gelosia o invidia per qualcuno, non fanno parte del mio DNA personale, colgo il senso dell’ingiustizia eventualmente e mi fa rabbia, ma mi sento direttamente inadeguata e mi deprimo. Come si combatte il senso di inadeguatezza se si ha imparato da soli nella vita ad amare se stessi senza però riuscire a provare stima? La stima verso se stessi da cosa deriva? che prodotto è? dai miei genitori non ho tratto insegnamenti, sono una che si è “imparata” completamente da sola, attraverso l’esperienza diretta, quindi il coraggio non mi manca, ma spesso non so da dove partire e cosa fare.

    • Vitiana Paola Montana ha detto:

      Buongiorno Myriam, benvenuta. Prima di tutto mi congratulo con lo spirito della vostra associazione. Ricalca molti dei miei punti di vista sullo scenario sociale del momento e mi trova in accordo sul fatto che, se di rivoluzione si deve parlare, questa deve avvenire “dal basso” dal singolo addirittura, altrimenti nulla cambierà mai.
      Detto questo torno al suo messaggio. Il fatto che lei senta estraneo il sentimento della gelosia e dell’invidia è segno che la sua personalità ha probabilmente risolto a priori (o modificato in altro), queste emozioni limitanti. La forte sensibilità all’ingiustizia, purtroppo, in questi tempi assale un po’ tutti ed è inevitabile il senso di frustrazione che deriva dal fatto di non poter agire in modo incisivo, nonostante il grande impegno che si possa profondere, per risolvere almeno le situazioni più gravi o urgenti fra tutto quello che vediamo. Il contributo di tutti è quanto mai prezioso ed importante, specie oggi. Ma questo argomento ha altre implicazioni che sarebbe troppo lungo trattare qui. Se lo desidera potrà scrivermi in privato.

      Il sentirsi inadeguati ha sempre una radice nel nostro pregresso, nell’infanzia. Quando un bambino deve maturare anzi tempo, una parte della sua evoluzione ne risente e costruisce, quasi sempre, un muro di difese che, crescendo, assumono forme diverse tra le quali anche l’auto-sabotaggio come formula “preventiva” per evitare di rischiare altro dolore oppure la rabbia (che porta la sensazione illusoria di “agire” ma in verità apre la strada alla frustrazione).
      Lei è una persona coraggiosa. Il bambino che impara ad amare se stesso, nonostante nessuno lo abbia aiutato a farlo ha il grande pregio di capire in un attimo il nucleo delle cose; sviluppa una sorta di “sesto senso” che lo rende sensibile ed empatico verso il prossimo. La stima verso se stessi è una porcellana preziosa che viene lavorata molto lentamente nel tempo ed ha la sua radice nell’elaborazione del nostro vissuto personale, nelle sfide che abbiamo superato, nei risultati che abbiamo ottenuto, ma anche, e soprattutto, nell’accettarsi completamente.
      Dai suoi genitori non ha tratto insegnamenti, mi dice. Pure se i modelli che abbiamo avuto sono totalmente distorti o privi dei valori che per noi sono fondamentali, il loro influsso sulle nostre vite resta e dobbiamo poter “archiviare” nel giusto modo ciò che, ancora fuori posto, può generarci a livello inconscio sofferenza o disequilibrio.
      Ed è questo, forse, che causa il suo “spesso non so da dove partire e cosa fare”. Si tratta di un lavoro interiore che solo lei può fare, andando a individuare quali sono i suoi punti fermi, la sua “impronta”. Il suggerimento è quello di valutare, in completa autonomia, il grado della sua autostima che non è, il solito percorso inflazionato che va di moda adesso.
      Quello a cui mi riferisco, e di cui parlo nel mio libro dedicato proprio a questo argomento, è qualcosa di più profondo che dobbiamo prima di tutto individuare e, una volta definito, impegnarci nel potenziarlo.
      E’ come se le radici della sua Anima non fossero ben affondate nel terreno. L’essersi formata da sola, con coraggio, con forza morale e aver sviluppato un’etica personale ben definita è il primo passo per riuscire a completare il puzzle della propria formazione animica. Ciascuno di noi ha un compito, in questa esistenza. Siamo qui per fare esperienza di noi (la nostra evoluzione interiore, la rettificazione di ciò che ci limita e ci impedisce di fiorire) e per fare esperienza dell’altro (cum-patire, com-partire, nutrire, sostenere). Si tratta di un doppio viaggio: uno interiore e uno esteriore. Spesso i due sentieri si intrecciano a scivoliamo nella confusione, nel non sapere bene come proseguire.
      L’unico modo certo è sempre quello di “entrare” dentro di noi per trovare la chiave che apre la prossima nostra porta…esattamente quello che ha fatto lei scrivendo questo post e soprattutto scrivendo quelle tre domande al suo interno.
      Se lo desidera, nel libro troverà un percorso con esercizi che può indicarle l’imbocco del sentiero per la comprensione e il rafforzamento del suo grado di autostima. Trova il libro nella sezione “I miei libri”, è l’ultimo in fondo dove può scegliere se vuole anche la versione cartacea.
      La ringrazio per aver portato la sua testimonianza e la invito a scrivermi qualora ne senta la necessità.

      Un caro saluto.

      Vitiana

  2. kIkA ha detto:

    Io invece sono pr il contrario M.E. tanto e vero che riesco a mandare a monte opportunità importanti per via dell’ansia insita in me da sempre che mi paralizza, e mi fa pensare che nella vita mentre gli altri hanno una vita perfetta anche se so che nessuno ne ha una,io rimugino vado in paranoia, mi chiedo se a posteriori ho fatto bene a fare quel che ho fatto , rimugino ancora,tanto che la notte devo assumere dei tranquillanti x dormire, sono inappagata dalla vita, a volte penso anche a gesti estremi x’ mi sento inutile apre quali che mi stanno intorno , mi chiedo spesso e volentieri se essendo inoccupata da tempo troverò mai un lavoro , ho 28 anni e mi sento senza speranza……. #Maledettanasia

    • Vitiana Paola Montana ha detto:

      Buongiorno Kika, non si senta sbagliata. La sensazione ansiogena e stressante è comune a molte persone. Piuttosto, la cosa più importante e che emerge dalle sue parole, è che lei deve rivolgersi al consultorio familiare della sua città. In ogni cittadina ce n’è uno e svolge supporto gratuito alle persone in difficoltà. L’insonnia, la demotivazione e la depressione non vanno sottovalutate. Cerchi di parlare con un terapeuta del consultorio: le darà sicuramente delle idee concrete per risolvere le sue problematiche.
      Si impegni per lottare contro questo malessere. Vedrà che, dopo le prime difficoltà, tutto diventerà più facile. A 28 anni è sacrosanto avere una vita piena e felice; si batta per ottenere questo risultato, metta se stessa al centro della sua vita e si riprenda la felicità!
      Un abbraccio fortissimo e…forza! ce la può fare!

      Con affetto!

      Vitiana

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