Esercizio per Vivere Meglio n° 3: “Tieni presente lo scopo più elevato.”

Esercizio per Vivere Meglio n° 3 – Considera i tuoi valori e uniscili allo scopo più elevato

La tua scala di valori

“La globalizzazione non è un fenomeno naturale, ma un fenomeno politico concepito per raggiungere obiettivi ben precisi.”

Noam Chomsky

libertà personale-valori personali

Per vivere meglio, spesso è necessario avere il coraggio di restare fedeli alla propria scala di valori. Che cosa significa questa frase? Significa che dobbiamo impegnarci ad accettare solo compromessi, nel caso ve ne fosse la necessità, nell’ottica di una interazione e mediazione consapevole, che non ledano i nostri valori di base.

In una relazione, ad esempio, non dovrò accettare la manipolazione, la violenza psicologica o altro di emotivamente deleterio, per la paura di restare solo/a. Nella professione dovrò mettere dei punti fermi ai quale fare riferimento e rigettare qualunque tipo di sfruttamento, conscio del fatto che, il mio tempo, ha un valore inestimabile, che va ben oltre il denaro che ricevo in cambio delle mie prestazioni.

Nel percorso di vita che stiamo compiendo, dobbiamo avere ben chiaro qual è lo scopo che vogliamo raggiungere. Può trattarsi di qualunque cosa; non è necessario avere degli obiettivi di stampo motivazionale, come leggiamo in molti libri o corsi new age del momento.

Lo scopo principale della nostra vita è, prima di tutto, stare bene con noi stessi. Stare bene con noi stessi implica che noi per primi teniamo in debita considerazione le nostre aspirazioni, ciò che ci fa stare bene, i nostri bisogni primari e la libertà individuale; condizioni imprescindibili per diventare una persona equilibrata e realizzata.

Detto questo, che cosa sono i nostri “valori di base”? Spesso, se pongo questa domanda ad una persona, non sa rispondermi o, al massimo, cita dei luoghi comuni come la “non violenza”, la “condivisione”, la “pace”, “l’amore”…tutti “modelli” socialmente imposti e dichiarati come valori di base anche se, nella maggior parte dei casi, non sono veramente interiorizzati dalle persone.

Vengono citati quasi in modo meccanico perché tutti “dobbiamo” sentirci a posto con i dettami ipocriti del momento ma, in realtà, i concetti di questi presunti valori di base probabilmente non sono presenti dentro di noi poiché accade sempre più spesso che noi:

  • Siamo “violenti con noi stessi”, obbligandoci a vivere in un modo che detestiamo e che al tempo stesso abbiamo paura di modificare.
  • Non ci permettiamo di condividere le nostre vere aspirazioni e le sostituiamo con mete che ci ha imposto la società o l’ambiente che ci circonda, adeguandoci a qualcosa che non è nostro.
  • Disprezziamo la “pace” (pur “postando” la bandiera arcobaleno della Pace su Facebook!), devastando i nostri rapporti interpersonali con comportamenti distruttivi per noi e per gli altri.
  • Parliamo di “amore” ma lo confondiamo spesso con il concetto romantico del termine, perdendo di vista che Amore non è sentimento ma accoglienza profonda…prima di tutto di noi stessi. Non accogliamo noi stessi e non proviamo Amore per la nostra persona quindi non possiamo realmente Amare nell’unico modo possibile: totalmente.

foto by flair_bw - lukereone

Nell’epoca dell’indignazione o dell’apprezzamento via Facebook, via Twitter, il senso dei “valori” viene svilito quotidianamente. Lo sanno bene anche i politici che fanno uso smodato dei social, perché sanno che lì raggiungeranno la “massa” (chi non ha un profilo Facebook, oggi?), così da poter pilotare al meglio le circostanze e ottenere ciò che vogliono.

Questa premessa ha la funzione di mettere l’accento su quello che davvero conta per noi. Spesso i desideri, le mete che vogliamo raggiungere, sono il risultato di condizionamenti atavici e, se non adottiamo una spietata analisi di come stiamo vivendo il tempo che ci resta, non saremo in grado di viverlo in modo “autentico”, rispondente alla nostra vera natura.

“Il primo passo che devi fare se vuoi essere una persona di successo, è decidere che tipo di persona vuoi essere.”

John M. Capozzi

L’aforisma di Capozzi parla di “successo”. Dovremmo utilizzare ben più di un articolo per sviscerare il significato di questo termine ma, nel contesto che ci apprestiamo ad analizzare, la parola successo può essere associata al concetto di “soddisfazione” per il nostro modo di vivere, di appagamento nell’essere se stessi, qualcosa che va al di là dei cliché che la società tenta di imporre bombardandoci di messaggi subliminali per costringerci ad essere dei cittadini ubbidienti, dei consumatori solerti, accettando tutto ciò che ci viene imposto di buon grado, senza pensare, come nel film “Matrix”, perfetta rappresentazione della società contemporanea, come ci ricorda bene questo video!

Domanda 1: Qual è lo scopo più elevato o il valore personale che mi guida?

identifichiamo i nostri valori personali

 

“Se vogliamo andare avanti, dobbiamo tornare indietro e riscoprire quei preziosi valori – che tutta la realtà è imperniata su basi morali e che tutta la realtà ha un controllo spirituale.”

Martin Luther King

Nota: Riflettiamo

  • In che cosa credo sinceramente?
  • A che cosa non sono disposta/o a rinunciare?
  • Quali regole guidano i miei pensieri e le mie azioni?
  • A quali criteri affido le mie valutazioni della realtà? Sono idee mie? Sono idee che mi hanno trasmesso ed ho accettato come giuste e soprattutto vere?

La prima domanda di questo Esercizio per Vivere Meglio n°3 ci mette di fronte a qualcosa che potremmo considerare scomodo. Scavare nei meandri della nostra psiche alla ricerca di quello che veramente è importante per noi, di quello che noi consideriamo un buon compromesso, non è certamente semplice.

Quali sono i valori in crediamo? A che cosa siamo disposti a rinunciare (compromesso). E in nome di che cosa rinunciamo a quello che potrebbe essere importante per noi? Sono sacrifici utili? Ci aiutano a raggiungere l’obiettivo di migliorare la nostra vita? Oppure sono solo “rinunce” dettate dalla paura, dalla manipolazione altrui che ci ha scoraggiati dal perseguire il nostro intento?

Quali sono le regole alle quali ci atteniamo e che direzionano i nostri sforzi, le nostre azioni? Sono regole che abbiamo creato di nostra spontanea volontà o è qualcosa che abbiamo “acquisito” in modo passivo senza verificare se sono giuste per noi, per lo stile di vita che desideriamo?

Rispondendo per iscritto a questa domanda, cerchiamo di essere il più possibile onesti con noi stessi. Dare delle risposte blande, non schiette o falsate dalla paura di essere sinceri non ci aiuterà a migliorare il nostro stato di consapevolezza. Massima lealtà coi noi stessi, quindi, prima di tutto. Essere coscienti delle dinamiche mettiamo in atto o delle forzature che subiamo dall’ambiente che ci circonda è il primo passo per scrollarsi di dosso le limitazioni.

La domanda ha anche lo scopo di aiutarci ad individuare il vero obiettivo che vogliamo perseguire. Un modo preciso per non incorrere in errori e avviarci verso una strada che, in realtà, non vogliamo. Stabilendo quali sono i nostri valori primari e individuando eventuali condizionamenti, possiamo correggere il tiro e avanzare in modo più spedito sul percorso che ci siamo scelti.

Ora che abbiamo fatto un poco più di chiarezza su obiettivi e valori di base, passiamo ad un ulteriore livello di  consapevolezza con la domanda numero due.

 

Domanda 2: Perché lo scopo più elevato è così importante in relazione ai miei obiettivi?

unire i valori personali con i propri obiettivi

“Trova qualcosa da fare nella vita che ti interessi veramente. Poniti degli obiettivi, perseguili e impegnati per raggiungere l’eccellenza. Fai sempre il meglio che puoi.”

Chris Evert

Nota: Riflettiamo

  • In che modo i miei valori di base sono importanti per aiutarmi a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissa/o?
  • Su che cosa “agiscono” i miei valori di base?
  • Quali sono gli effetti di una decisione presa senza tenere in considerazione i miei valori di base?
  • I valori di base che adotto quotidianamente nella mia vita, mi rappresentano pienamente?

Facciamo qualche esempio pratico. Supponiamo che, al lavoro, ci venga proposto un avanzamento di carriera ma che, per contro, dobbiamo rinunciare a giorni liberi, ferie, spostarci in una città vicina e, per finire, adottare delle politiche commerciali molto aggressive. In un caso simile, i nostri valori di base devono aiutarci a individuare se, accettare questo tipo di proposta, può essere per noi costruttivo.

Al di là del vantaggio economico che potrebbe derivarne, dobbiamo valutare quali sono i risvolti negativi che provengono dall’adattarsi ad una tale nuova collocazione. Non solo. Ammettiamo pure che il fattore economico sia di tutto interesse ma, a che prezzo dovremmo ottenere un maggior guadagno? Questa nuova condizione lavorativa ci penalizzerebbe nel tempo dedicato alla famiglia, se l’abbiamo, oppure nel tempo libero da destinare a noi stessi e agli amici per il nostro svago che, praticamente non avremmo più o, ancora, del tempo da dedicare ad eventuale studio, corsi di approfondimento per la nostra crescita.

Un altro esempio può essere quello di una situazione particolare nella nostra relazione, nata da poco. Potrebbe accadere, ad esempio, che il/la partner, che abita in un’altra città, ci chieda di iniziare una convivenza (e fin qui tutto più che positivo).

Il fatto è che il nostro/a compagno/a, pretende che siamo noi ad abbandonare la nostra casa, la nostra città, le nostre amicizie per spostarci nella sua zona. Che cosa dovremmo fare? Anche in questo caso, le variabili che entrano in gioco sono molte e, per questo, dobbiamo valutare la scelta, in base alla nostra percezione del rapporto, al tipo di coinvolgimento ma, soprattutto, tenendo conto dei nostri valori di base.

Prendere decisioni in questi frangenti non è semplice. Ecco che allora, i nostri valori di base possono aiutarci a scegliere per il meglio ciò che va bene  per noi. Un esempio molto chiaro della stretta correlazione tra lo scopo più alto della nostra esistenza e i nostri valori di base, è lo squallido fatto di cronaca che riempie quasi tutte le testate giornalistiche (scandalistiche e non), di questi giorni: lo scandalo relativo alle molestie sessuali che il regista/produttore Weinstein avrebbe perpetrato a danno di molte attrici che hanno lavorato con lui.

Le numerose attrici che hanno dichiarato, dopo anni di silenzio, le continue molestie ricevute dal regista, lo avrebbero fatto in nome di una non ben precisata necessità di ottenere giustizia. Penso che sia legittimo chiedere giustizia per questo tipo di soprusi. La violenza sulle donne è quando di più vergognoso si possa perpetrare ma, a ben vedere, sempre a mio avviso, questo caso solleva ben altro.

Senza scendere a commentare i dettagli di questa triste vicenda, voglio richiamare la vostra attenzione su come questo episodio si ricolleghi alla domanda numero due di questo esercizio. Stiamo parlando di “valori di base”, lo ricordo. Fermo restando che è più che legittimo per una donna, intraprendere la carriera artistica, sportiva o di qualunque altro genere, vorrei che focalizzaste la vostra attenzione sull’importanza dei “valori” in merito a questo brutto fatto di cronaca.

Per ottenere il successo, per arrivare ad essere delle star ammirate, gettonate, è lecito sottostare a questo tipo di vessazioni? Le attrici che dopo anni hanno denunciato queste molestie, perché a suo tempo non hanno sollevato il problema? Hanno in realtà preferito cavalcare l’onda sfruttando i favori del regista incriminato per ottenere vantaggi? Qualcuna ha ammesso di aver subito per il “terrore di non poter più lavorare con lui!”

Mi domando: in nome di quale valore personale, in nome di quale dignità una donna accetta questi compromessi? Nessuna carriera giustifica questo tipo di compromessi! Ecco che allora viene meno una delle caratteristiche più importanti per il proprio percorso di vita: l’integrità personale, il rispetto di sé.

Siamo di fronte ad uno di quei compromessi di cui parlavo in apertura dell’articolo: dobbiamo considerare il nostro scopo più alto della nostra vita. Dobbiamo comprendere che cosa siamo venuti a realizzare in questa dimensione e capire se, le circostanze che ci si presentano debbono essere accettate o meno. Un’attrice, anche la più brava e preparata, anche con enorme talento, che cosa potrà mai trasmettere al pubblico se per esercitare la sua arte cede a questi meschini ricatti? Se per il successo, la fama, i guadagni, la notorietà “svende” se stessa in questo modo?

Nessuna considerazione va diretta al regista: un narcisista, misogino con una forte componente di aggressività latente che sfoga usando male il suo potere. Anche per lui vale la domanda: che cosa potrà trasmettere  la sua arte se si basa sulla sua personalità malata? I nostri talenti personali, il talento di queste artiste, il talento di questo regista sono direttamente proporzionali alla capacità che ha, ognuno di noi, di essere coerente con i propri valori di base.

Questi personaggi pubblici hanno, in un sol colpo, demolito il loro castello di carte, dimora delle loro fragilità, delle loro debolezze, della loro avidità materiale. Sono un esempio da non seguire.

Nel nostro piccolo, ciascuno di noi deve fare i conti con il senso della propria dignità. Lo “scopo più alto”, oggetto della domanda numero due, poggia le sue basi sulla dignità personale, sull’importanza della capacità di valutare l’entità di un compromesso in base all’impatto che questo avrà sulla nostra vita, carriera, professione, integrità personale.

Un compromesso per poter essere accettato e fatto entrare nel nostro percorso di vita, deve essere costruttivo, ovvero deve poterci permettere di aggiungere del valore a ciò che stiamo cercando di portare avanti. Un compromesso accettabile è  fare un lavoro part time mentre stiamo studiando la materia che ci appassiona per farne la nostra professione principale (scopo più alto).

Un compromesso accettabile è cercare un punto di incontro all’interno della nostra relazione in crisi; accettare i lati difficili nostri e del partner nell’ottica di migliorarsi a vicenda per costruire un rapporto più sano, forte, migliore. Un compromesso accettabile è mediare, trattare sempre in modo positivo, con chi detiene il potere per portare avanti idee che migliorino la vita delle persone.

Questi possono essere definiti compromessi accettabili. Ciò che hanno accettato quelle attrici, al di là della gravità dell’atto che hanno subito, non può essere definito un compromesso accettabile ma un vero tradimento di se stesse e del loro scopo di vita, accettato solo nell’ottica di non perdere dei vantaggi personali. E’ come tradire se stesse due volte!

E nell’ottica di comprendere quale sia l’azione migliore da compiere per rafforzare il mio scopo di vita, passiamo alla terza domanda.

Domanda 3: Che cosa farò per mantenere e rinforzare il mio scopo più elevato?

rafforzare i nostri obiettivi con i valori di base

“Fa della libertà interiore il tuo principale obiettivo nella vita.”

Kriyananda

 

Nota: Riflettiamo

  • Mi impegnerò a capire che cosa nella mia vita sostiene i miei valori di base e che cosa, invece, ne limita l’espressione.
  • Valuterò le mie scelte presenti e future, in relazione al tipo di assonanza con i miei valori di base. Quando le scelte sono allineate con ciò in cui credo, producono buoni risultati.
  • Mi impegnerò a difendere le mie scelte, le mie decisioni, i miei stessi valori, da qualunque tipo di condizionamento negativo.
  • Rifletterò sul mio stato attuale e valuterò a che punto del mio percorso di realizzazione mi trovo. Soprattutto cercherò di capire se il mio obiettivo di vita è allineato con ciò che per me è importante.

L‘individuazione e la chiarificazione del nostro scopo di vita è cosa delicata che richiede tempo e costanza da parte di ciascuno di noi. Nel’intento di rendere il mio scopo più alto ben definito e radicato all’interno del mio inconscio, è necessario che io sia consapevole di me stesso, di che cosa mi entusiasma, di che cosa mi rappresenta pienamente e di come io possa, nel caso se ne presenti la necessità, rendere ancora più coesa la mia figura personale/professionale, saldamente ancorata ai miei principi nel condurmi.

Non esiste una formula “universale”, per ciascuno ci sarà una specifica modalità proprio perché ciascuno è diverso, ha qualità singolari, uniche, così come unici sono i nostri talenti. Ed ecco che gli Esercizi per Vivere Meglio, hanno lo scopo di aiutarci ad individuare al meglio ciò che ci muove, in che modo prendiamo le nostre decisioni, come gestiamo le sfide e i problemi, come affrontiamo un cambiamento.

Questi gli Esercizi precedenti per chi se li fosse persi:

Introduzione

Esercizio per Vivere Meglio n° 1

Esercizio per Vivere Meglio n° 2

Vi aspetto con il prossimo Esercizio per Vivere Meglio n°4.

A presto!

 

Vitiana Paola Montana

Counseling & Mentoring

 

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